Le comunità ebraiche appoggiano il “progetto Predappio”

 
«La conoscenza storica è un antidoto contro il riaffacciarsi di questi fantasmi del passato»

di LAURA GIORGI – 26/01/2018 – 12:44

PREDAPPIO. Il “progetto Predappio” incassa il benestare dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, la Ucei. Il carteggio fra la presidente Noemi Di Segni e il sindaco Giorgio Frassineti risale a inizio anno ed era stato preceduto da un incontro faccia a faccia in cui il primo cittadino aveva avuto modo di spiegare il progetto per il museo sul ventennio fascista e l’annesso centro studi tematico che vuole realizzare nella Casa del fascio del paese natale di Benito Mussolini.
Progetto compreso
Che il fascismo si debba studiare, magari più di quanto fatto finora, ma soprattutto che sia necessario rendere lo studio di quel periodo accessibile a più persone possibile, è un’idea certo non contestabile. A sollevare sul territorio le perplessità di una parte dell’associazionismo come l’Anpi, l’Istituto storico della Resistenza e la Fondazione Lewin, dedicata alla memoria di un giovane ebreo socialista tedesco incarcerato a Forlì e ucciso insieme alla madre dai fascisti, era proprio la collocazione di questo luogo nel paese natale del duce, dove ogni anno migliaia di nostalgici si radunano nel nome del loro “idolo”. Ma il sindaco di Predappio va ripetendo ormai da mesi e mesi che l’operazione ha proprio l’ambizione di sottrarre il suo paese al destino cupo di essere vista appunto solo come meta di nostalgici in camicia nera, e questo passando attraverso la cultura. La presidente dell’Ucei di fatto afferma di condividere questa linea.
La cultura come antidoto
«Noi ebrei italiani siamo sicuri che edificare luoghi della memoria che contribuiscano a trasmettere la conoscenza storica di quanto drammaticamente avvenuto a causa del fascismo e del nazismo, sia un antidoto contro il riaffacciarsi di questi fantasmi del passato» ha scritto Noemi Di Segni a Frassineti. Un «antidoto culturale» al fanatismo e agli estremismi crescenti, che sia quindi in grado di generare conoscenza e consapevolezza delle persone. Come Unione delle comunità ebraiche, la presidente ribadisce quindi il dovere di lavorare sulla storia e sulla memoria, con una particolare attenzione ai giovani. «In questa direzione vediamo con favore ogni iniziativa tesa a ribaltare la situazione odierna e l’inserimento anche di Predappio tra i luoghi che promuovono la memoria. Questo ribaltamento del fenomeno, da culto della persona a persona con cultura, potrà avvenire, se lo si vuole, con diversi progetti e in condivisione con diverse reti di esperti». Il “progetto Predappio” per le comunità ebraiche può dunque diventare uno di questi tasselli che può contribuire a «trasformare un edificio tanto simbolico come la Casa del fascio in un luogo che al contrario favorisca la profonda consapevolezza e conoscenza e generi impegno civile e partecipazione».

Questo articolo è stato postato il 26 01 2018 alle 10:35 AMe si trova nella categoria Rassegna stampa locale.